Questo blog di urbanistica non vuole
parlare dei vigenti modelli macro-economici o portare contributi progettuali o
teorici alla moderna disciplina della pianificazione, sia perché già in tanti se
ne sono occupati e se ne occupano (e tutti con più frutto di quanto potrò mai
fare io), sia perché sento il bisogno di raccontare altro.
Voglio infatti parlarvi delle criticità,
vere e non ideologiche, che appesantiscono le strutture amministrative, e comunali
in particolare, preposte alla pianificazione ed al controllo della produzione
edilizia in Italia che ho modo di affrontare ogni giorno durante l’esercizio
della mia professione. Anche perché, visto che ci ho rimuginato sopra un sacco
di notti, sento la necessità di raccontarle al primo mi dà retta (come gli
anziani, insomma). Ironia a parte sono soltanto interessato alle sorti del mio
territorio ed a cercare di contribuire con gli strumenti che al momento
possiedo, e ritengo che questo blog possa essere uno di questi, sperando di
riuscire a contribuire alla discussione
ed al cambiamento.
Ma chi io sono? Sono un urbanista,
professionalmente giovane, che lavora nel servizio Urbanistica di un comune del
milanese. Ma, nonostante la farraginosa burocrazia italiana, ho trovato
qualcosa di unico nel mio posto di lavoro (aldilà del posto fisso). Infatti questo
è risultato essere il miglior luogo dal quale “mappare” alcune delle criticità
che attanagliano le componenti della Pubblica Amministrazione preposte al
governo del territorio. Così, nel tempo libero, molto dirà qualcuno, ho cominciato
ad elaborare alcune proposte per migliorarne l’approccio metodologico che qui voglio
proporre e che spero abbiate voi la pazienza di leggere ed io il tempo di
formularli compiutamente.
Sono cosciente che scriverò note di
profonda messa in discussione del “sistema” dal quale ottengo pane ed affitto,
ma dato che sono altrettanto cosciente dell’attuale situazione economica che
sta vivendo la Nazione e del valore strategico per l’economia che potrebbe
avere un sistema dignitoso di pianificazione, che mi sento legittimato alle
critiche che seguono (che saranno limitate, appunto, al ruolo dell’operatore
pubblico e degli strumenti tecnici da questi utilizzati al netto di
disquisizione di ordine giuridico, storico, sociologico ed economico).